L’avviso dei diabetologi in merito alle complicazioni che il Covid può causare nei soggetti che hanno meno di 18 anni.
“Evitare il Covid è un vantaggio sempre. Anche per i giovanissimi: abbiamo dati scientifici che mostrano un aumento di casi di diabete di tipo 1, cosiddetto giovanile, negli under 18 che hanno avuto l’infezione. Un’incidenza 3 volte più elevata rispetto a chi non si è infettato. Ovviamente parliamo di una popolazione numericamente bassa, quindi niente allarmismi. Ma questo fenomeno ci indica, ancora una volta, l’importanza della prevenzione e della vaccinazione in questa fascia di età“. Queste le parole di Graziano Di Cianni, presidente dell’Amd (Associazione medici diabetologi) all’AdnKronos Salute.
Il presidente dell’Amd ha anche dichiarato quanto segue, in merito alla possibilità di sviluppare il diabete nei soggetti con meno di 18 anni. “Non sembra aumentare l’incidenza del diabete di tipo 2, quello dell’adulto. Il fenomeno riguarda gli adolescenti, secondo lo studio di riferimento recentemente pubblicato sul ‘Jama’. Questa osservazione ha una logica perché con l’infezione da Sars-Cov-2 c’è un certo grado di infiammazione; perché si possono formare anticorpi che ‘aiutano’ le malattie autoimmuni come appunto il diabete di tipo 1; e può anche esserci una distruzione, da parte del virus, delle beta cellule, le cellule del pancreas che producono l’insulina“. Queste le parole di Graziano Di Cianni in merito ai dettagli del fenomeno.
“Si tratta di osservazioni che, seppure non riguardano grandi numeri, vanno tenute in considerazione. E su questo tema bisogna continuare a fare ricerca. Inizialmente ci siamo concentrati sulla popolazione anziana, sulla quale l’impatto del virus è stato drammatico. Ora dobbiamo ampliare lo sguardo”. Da ciò, il focus dovrebbe spostarsi dagli over 60 agli under 18. Sarà importante trovare una soluzione, per salvaguardare la salute dei più giovani in un periodo così complesso.
Le ripercussioni della pandemia
L’andamento della pandemia preoccupa i virologi e gli epidemiologi, ma meno la popolazione italiana, sfiancata da due anni di pandemia che hanno causato gravi problemi a livello economico, sociale e mentale. La salute mentale durante la pandemia, infatti, è un tema che non è stato molto evidenziato. Eppure, moltissimi giovani e meno giovani hanno subito il peso delle ripetute quarantene. La socialità è venuta a mancare, e così anche la condivisione dei momenti con le altre persone. Dobbiamo sperare che il virus smetta di essere un problema, imparando a convivere con esso oppure auspicando che i numeri calino significativamente.
